Eravamo una cooperativa di comunità senza saperlo. Il Ce.Sto si racconta al portale valori.it

Su valori.it, testata on line con articoli su finanza etica ed economia sostenibile a cura della Fondazione Finanza Etica, un racconto sulle cooperative di comunità e la loro nascita tra economia civile e imprese sociali.
Nell’articolo, a firma Rita Cantalino, anche l’esperienza de Il Ce.Sto a Genova.
«Abbiamo lavorato a lungo con attività di aggregazione per bambini», racconta il presidente Marco Montoli. Quando è nata l’associazione, più di cinquant’anni fa, il centro storico di Genova poteva essere ritenuto una periferia nel cuore della città. Il Ce.Sto era ed è rimasto un «refugium peccatorum, in cui trovavano cittadinanza persone provenienti dal cattolicesimo di base e dalla sinistra radicale». Anime diverse che trovano un percorso comune di cittadinanza attiva, che crede nella funzione pubblica della cultura, in quella sociale dell’aggregazione e nella necessità dell’accoglienza.
Il passaggio alla forma cooperativa è avvenuto tredici anni fa: le attività erano cresciute al punto tale che l’associazione non era più un grado di governarle. «Decidemmo di gestire uno spazio molto bello ma abbandonato al degrado ambientale e al disagio sociale vicino ai luoghi in cui operavamo, i giardini Luzzati. Contemporaneamente, intercettammo dodici persone in fuga dal Nord Africa. Avevano bisogno di un alloggio e decidemmo di lavorare a un progetto di accoglienza diffusa».
Da allora l’attività e il ruolo de Il Ce.Sto sono cresciuti, la cooperativa è tra le realtà promotrici della Carta della buona accoglienza. Il lavoro negli anni ha portato gli stessi giardini Luzzati a divenire un centro cittadino culturale d’avanguardia, dove si sono esibiti artisti di caratura nazionale e internazionale e dove si organizzano più di 320 eventi l’anno. «Non siamo nati con l’intenzione di essere una cooperativa di comunità ma, di fatto, lo eravamo senza saperlo – spiega Montoli –. La nostra politica era quella di assumere persone del territorio o comunque legate alle attività realizzate. Anche in questo momento, chi lavora ai giardini Luzzati proviene da quel percorso di accoglienza».
Quando il volume di entrate e di attività è diventato troppo elevato, hanno deciso di costituirsi come comunità. E il passaggio ha pagato: se all’inizio erano in tre, adesso tra lavoratori e collaboratori la cooperativa è costituita da 134 persone, per il 70% residenti in centro storico, con un fatturato di 8 milioni di euro e un media locale, il network Good morning Genova, che conta centinaia di migliaia di fruitori.
Il progetto è tanto radicato – si legge nell’articolo - che l’amministrazione cittadina gli ha chiesto di estendere a tutto il centro storico l’esperienza dei giardini Luzzati. Il Ce.Sto è diventata capofila di 90 enti che lavorano per riqualificarlo dal punto di vista del lavoro di comunità. Anche per questo, ci svela il presidente, all’ultima assemblea dei soci è stato votato un ulteriore avanzamento: si è aperto un processo che porterà gradualmente gli stessi abitanti del centro nella cooperativa, così che possano partecipare alla sua governance.
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