15 Mag 2013

La tesi di Pertini e il contesto storico

Sandro Pertini, La cooperazione. Tesi di laurea discussa nell’anno 1924 presso l’Istituto di Scienze sociali «Cesare Alfieri» di Firenze, a cura di S. Tringali, Introduzione di F. Fabbri, Ames, Genova 2012.

Il 28 ottobre 1924, secondo anniversario della marcia su Roma e mentre in Parlamento si consumava la secessione dell’Aventino come protesta per l’omicidio di Giacomo Matteotti, Sandro Pertini depositava a Firenze la propria tesi di laurea in Scienze Sociali, dedicata alla cooperazione.

Solo due mesi dopo (nel celebre discorso alla Camera del 3 gennaio 1925), Mussolini assumerà la responsabilità politica del delitto del deputato socialista, inaugurando così la prima ondata repressiva nei confronti degli oppositori del fascismo, di cui lo stesso Pertini sarà tra le più note e fiere vittime.  La discussione della tesi può dirsi, dunque, il suo ultimo atto pubblico da uomo libero, iniziando già nel 1925 la lunga stagione di persecuzioni culminata nell’esilio, nell’arresto, nella detenzione e infine in un confino prolungato sino alla caduta del regime, il 25 luglio 1943.

Nel contesto temporale di un progressivo smantellamento delle libertà di associazione, opinione e espressione che caratterizza il passaggio del fascismo dall’affermazione al suo consolidamento, la scelta di dedicare i propri studi all’economia sociale assume quindi significati del tutto particolari.  Pertini decideva infatti  di trattare la storia, i caratteri distintivi, la pluralità delle tipologie e delle declinazioni nazionali della cooperazione quando l’intero movimento aveva da poco subito la decimazione per opera della prima offensiva squadrista, e stava ora affrontando la fase di normalizzazione che (seppur tra incertezze e improvvise virate di rotta) il nuovo regime iniziava ad applicare alla ragnatela sociale prosperata in età liberale.

Una sorta di testamento politico, quasi che l’autore, dietro la rigorosa sistematicità della trattazione, volesse in queste pagine fissare anche i cardini di una futura ricostruzione politica e morale del paese. La cooperazione assume quindi rilievo anche nell’ipotesi di una palingenesi che, informata sui principi di equità, solidarietà e partecipazione, rinnovasse finalmente la società italiana. Dotandola inoltre degli anticorpi necessari a prevenire derive dittatoriali, avviando un processo democratico in linea con i principi del socialismo graduale appresi dai suoi maestri: Adelchi Baratono, Claudio Treves, Filippo Turati.

 

La tesi di laurea, discussa da Pertini a Firenze il 2 dicembre 1924, è inedita: da parte della comunità scientifica ne era infatti noto solo il soggetto.

Si riteneva che il dattiloscritto, composto di 248 pagine su carta velina in copia carbone e privo di copertina, fosse stato distrutto dall’alluvione fiorentina del novembre 1966, che ne ha rovinato la copertina e alcune pagine. La copia dello studente, probabilmente, è invece andata perduta al pari di parte della sua biblioteca a seguito dell’irruzione fascista nella casa di Stella, quando Pertini era già in clandestinità.

Oltre alla pubblicazione dell’inedito, le ricerche hanno potuto anche evidenziare alcuni passaggi oscuri della biografia di Pertini. In particolare si è appurato che Pertini conseguì la sua prima laurea a Modena, e non a Genova (dalla cui Università si ritirò nel 1923 per motivi familiari). Inoltre Pertini, congedato dall’esercito nel 1920, si iscrisse quell’anno per la prima volta al Partito socialista (e non nel 1918). Di tali segnalazioni, che colmano alcune lacune e imprecisioni della sua biografia, si da conto anche nell’appendice fotografica.

 

Il volume è patrocinato dalle amministrazioni di Varazze (dove Pertini aveva studiato in gioventù, dai salesiani), Stella, Savona e della Regione Liguria. Le presentazioni si avvalgono invece dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

La ricerca e la pubblicazione sono stati possibili grazie a una pluralità di soggetti: Legacoop Liguria, Coop Liguria, Fondazione De Mari-Cassa di Risparmio di Savona, Fondazione Unipolis.

La pubblicazione costituisce il decimo volume della collana di Economia sociale di Ames.

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