9 Feb 2015

Novello ” Nelle coop sono i lavoratori a promuovere il cambiamento e l’innovazione”

Legacoop Liguria lancia la sfida sull’innovazione. E le cooperative rispondono. Lo fa, ad esempio,  Coseva Società Cooperativa con una serie di articoli sul proprio house organ “Il Punto ” ( scarica il pdf dell’ultimo numero). Di seguito l’intervento di Giovanni Novello, presidente del CdA della cooperativa. 

“La perdurante situazione di crisi economica del nostro paese è ormai scivolata nella recessione da due anni. In un contesto che vede la diffusione continua di notizie negative sul mondo del lavoro è oltremodo difficoltoso fare emergere le positività date dalle tante innovazioni tecnologiche e dalle tante idee di cambiamento dei processi produttivi.

La condizione sociale descritta porta alla depressione dello spirito dei singoli individui, che in alcuni casi non hanno più la forza e/o la voglia di vedere il mondo che cambia velocemente anche negli aspetti che possono portare allo sviluppo di nuovi lavori.

Entrando nelle specifico di aziende a forte presenza di mano d’opera, come la nostra (labor intensive), il sentimento diffuso è quello del rischio occupazionale determinato dall’applicazione di macchinari e tecnologie che riducono la necessità dell’opera manuale.

Lo scopo di questa mia partecipazione al giornalino aziendale sul tema “lavoro e innovazione” è quello di innescare forti dubbi sulla attendibilità dei luoghi comuni sul tema, e conseguentemente invitare i lavoratori tutti ed i giovani in modo particolare a segnalare idee, e contributi di qualunque natura per l’ammodernamento dell’azienda e della cooperativa.

Relativamente alla preoccupazione che l’innovazione tecnologica e/o di processo possa ridurre il livello occupazionale è legittima e comprensibile, ma traguardando il medio periodo è evidente che l’essere al passo con i tempi diventa una garanzia di opportunità di lavoro. È una minaccia che, se ben gestita, si trasforma in opportunità.

In assoluto non è pensabile che tanti lavori siano destinati a sparire nei prossimi anni a causa delle tecnologie che sostituiscono l’opera dell’uomo. Per esempio il “Bureau of Labor” (Dipartimento del Lavoro Americano) sostiene che nella classifica dei lavori più gettonati ci sono attività fortemente innovative ed attività tradizionali fortemente caratterizzate dalla manualità in ugual misura.

Gli studi americani mettono al primo posto nei lavori più richiesti per i prossimi 20 anni l’infermiera (non solo legato all’allungamento fisiologico della vita media, ma anche legato a ricerca sperimentale, farmaceutica, assistenza alle assicurazioni).

Quindi nei primi cinquanta lavori del prossimo ventennio americano (e quindi si spera il nostro) abbiamo le attività legate alle nuove tecnologie, alla green economy ed all’assistenza alla persona, con un alternarsi di mansioni a carattere scientifico/intellettuale e di carattere tecnico/manuale.

Ora si può affermare che la paura non sempre espressa di rischiare il proprio lavoro se c’è un eccesso di tecnologia, non ha molto senso, anche perché le imprese che non sono in grado di cogliere un vantaggio competitivo sono destinate al declino e quindi a perdere occupati.

Se non sviluppiamo le tecnologie esistenti, lo faranno altri e noi saremo destinati alla crisi occupazionale perché i nostri clienti si rivolgeranno altrove.

Ma, quanto sopra non è tutto, perché la tecnologia e l’innovazione di processo è vero che può creare qualche problema occupazionale nell’immediato, ma è anche vero che può generare nuovi servizi e quindi nuova occupazione.

Sia i lavoratori che le aziende dovranno avere nel prossimo futuro maggiore capacità di adattabilità ai cambiamenti continui. La ricerca americana dice che nella vita lavorativa tuti cambieranno almeno tre mestieri e le innovazioni saranno sia in settori più caratterizzati dalle tecnologie che in settori a forte presenza di manodopera.

Nella Silicon Valley del pianeta convivono ricercatori e inventori di nuove applicazioni (up) e operatori delle pulizie o gestori del verde che si muovono con furgoni iper attrezzati, sia come macchinari per eseguire i servizi, che strumenti portatili per la logistica e la catalogazione dei tutti i dati necessari alla programmazione ed all’organizzazione.

Per pura curiosità vi segnalo anche i lavori che sono considerati in via di estinzione nei prossimi anni: impiegati di banca, postini, addetti ai call center.

Credo che un approccio equilibrato al tema del lavoro e dell’innovazione riferiti ai settori dove opera la nostra cooperativa (pulizie – movimentazione merci e data entry) deve portare i lavoratori a veder i tanti cambiamenti in corso che vanno dalle nuove tecnologie sui servizi (osmosi inversa per le pulizie senza l’uso di detergenti inquinanti, macchine a bassa pressione per la pulizia di monumenti, sistemi di disinfezione a caldo, e per quello che riguarda la logistica cito solo le soluzioni di spazi modulari automatizzati, ecc. ecc.) ed a tutta l’informatica che gestisce la parte di studio e progettazione dei servizi come possibilità importanti di sviluppo di nuovi servizi e nuovi lavori.

Una cosa poi da non sottovalutare è l’aspetto del benessere del lavoratore che può avere importanti evoluzioni positive grazie al rapporto delle nuove tecnologie. La riduzione delle attività alienanti, in quanto ripetibile e scomode, va nella direzione di un ambiente di lavoro più gradevole.

Nella ricerca di soluzioni moderne nella gestione dei servizi alle imprese abbiamo offerto ad alcuni nostri clienti la possibilità di vedere a terminale lo sviluppo dei lavori all’interno di un edificio con una ricchezza notevole di dati sullo stato di avanzamento. Pensate alla velocità della soluzione di eventuali problemi o modifiche ai servizi in corso avendo la possibilità di vedere su una piantina tridimensionale i lavoratori ed i macchinari all’opera al 13° piano piuttosto che al secondo.

Per creare occupazione serve continuità nello sviluppo di nuovi servizi a carattere innovativo e tecnologico. Per ottenere questo risultato serve il contributo di tutti i lavoratori, che sempre più sovente sono i promotori del cambiamento.

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