8 Apr 2020

Iniziata in Liguria l’attività di ricerca sperimentale della “Sardella “. Occasione per i pescatori e recupero di tradizioni culinarie

Iniziata in Liguria l’attività di ricerca sperimentale della “Sardella “. Terminerà il 30 aprile.

Le sei imbarcazioni autorizzate, potranno effettuare pescate sperimentali secondo il piano di monitoraggio pluriennale redatto dalla Regione, in collaborazione con l’Università di Genova, ed avvallato dal Ministero delle Politiche Agricole.
Le barche autorizzate, dislocate nei porti di Genova, Camogli, Sestri Levante, Lerici, Loano e Bordighera, saranno sottoposte ad un costante monitoraggio da parte della ricerca scientifica sotto il controllo dell’Autorità Marittima e con il coordinamento dei FLAG – Gruppi di Azione Costiera – liguri.
” Questa attività di studio, attesa da oltre un decennio dai pescatori liguri, getterà le basi per la presentazione alla Commissione UE di uno specifico “Piano di Gestione” per la pesca della sardella, che consentirà alla Regione Liguria di assicurare alle imbarcazioni dedite alla piccola pesca artigianale, un importante sostegno economico volto anche al mantenimento delle tradizioni e della cultura culinaria – commentano Augusto Comes e Barbara Esposto, rappresentanti dell’Alleanza delle Cooperative Liguria settore Pesca -.   Una misura di aiuto importantissima per i nostri pescatori, che stanno vivendo una crisi congiunturale senza precedenti.
Il prodotto pescato non potrà essere commercializzato, una parte verrà destinata alle analisi di laboratorio ed il resto devoluto ad enti che erogano servizi sociali, pubbliche assistenze, case di riposo, ospedali”.
In questo modo, sarà possibile fornire un contributo tangibile alle situazioni di maggiore fragilità sociale, ulteriormente acuite dall’attuale emergenza sanitaria da COVID-19.
” Ringraziamo l’Assessore Regionale Stefano Mai e tutta la struttura tecnica dell’assessorato Agricoltura e Pesca, per il grande risultato frutto di anni di lavoro con la collaborazione dei tre Flag Gruppi di Azione Costiera liguri e dell’Università di Genova – concludono Augusto Comes e Barbara Esposto -. Il programma di campionamento scientifico, atteso per un decennio dai pescatori liguri, avrà il compito di valutare l’intensità dell’impatto che potrebbe essere causato, su questa importante risorsa alieutica, da una attività di pesca bloccata da norme europee che male si conciliano con le antiche tradizioni liguri.
Le informazioni e i dati raccolti nella sperimentazione potranno consentire la stesura di uno specifico “Piano di Gestione”, sulla falsa riga di quello già approvato per il rossetto.
Ci attende una grande sfida, che con lo sforzo da parte di tutti, potrà garantire la valorizzazione di un prodotto che nella sua forma adulta non trova adeguati sbocchi commerciali”.
Un prodotto alla base di molti piatti tipici liguri

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