7 Giu 2016

I mitilicoltori della Spezia danno i numeri. Quelli veri

In una una relazione dettagliata l’Approdo (44 soci mitilicoltori), Borio (4 soci mitilicoltori), Primavori, Bassanetti & Perrillo, De Bartolomeo & Papocchia, – stiamo parlando della stragrande maggioranza degli operatori del settore e tutti soci della Cooperativa Mitilicoltori Spezzini – sottolineano come ” leggiamo sovente articoli che decantano la voglia di crescita del porto mercantile, del settore crocieristico e quello turistico collegato. Leggiamo inoltre collegate promesse elettorali che parlano di migliaia di posti di lavoro in arrivo nei prossimi anni e … fin qui tutto bene.Ma di quelle promesse fatte, con tanto di accordo siglato all’inaugurazione della Festa della Marineria 2015 nessuno parla o scrive più !?
In questo Golfo tutti sono in espansione, e a qualsiasi attività, anche la più piccola, viene data la possibilità di crescere ed espandersi, mentre la nostra è l’unica attività lavorativa, peraltro nata ben ben prima di tutte le altre, ad essere danneggiata dagli interramenti delle marine del Canaletto e che, al contrario, avrebbe come tutte le altre attività portuali voglia, diritto e capacità di crescere, implementare gli spazi sia a terra che in mare”.
I mitilicoltori sono sempre stati disponibili ad essere ricollocati, a patto di avere pari funzionalità e superfici adeguate al lavoro, ma nonostante ciò le proposte ricevute sono sempre state penalizzanti per la categoria.
” Dispiace constatare – prosegue la nota – che un numero esiguo di soci mitilicoltori abbiano firmato una proposta di accordo, ma teniamo a precisare che gli stessi rappresentano esclusivamente 2 arenili e 6 ditte individuali. Dalla ricollocazione la mitilicoltura si vede limitata e danneggiata da una riduzione al 35% degli spazi a terra rispetto a quelli ora utilizzati (ed anche in questo caso promesse di spazi a terra in compensazione che saranno pronti forse tra anni e non adiacenti al mare come abbiamo tuttora).
Vorremmo che qualcuno ci spiegasse il motivo per cui (non ce ne vogliano) le attività ludiche, ricreative o di semplice rimessaggio siano state trattate in modo simile, se non migliore, rispetto alla mitilicoltura che, nella marina del Canaletto da oltre un secolo, ha avuto base ed approdo per la maggioranza delle proprie imbarcazioni”.
Il documento presenta anche i dati degli attuali e futuri, tra certi e promessi, spazi
MARINA DEL CANALETTO
TOTALE AREA IN CONCESSIONE MQ 3670.00 di cui
AREE COPERTE mq 675.07
PONTILI mq 114.57
TETTOIA mq 50
ARENILE mq 2393.10
n. 2 gru e n. 46 gavitelli

MOLO PAGLIARI
TOTALE AREA CONCESSIONE mq 1287.00 di cui
AREA SCOPERTA mq 814
AREA COPERTA mq 473
Posti barca n. 44
n. 1 gru per alaggio e varo imbarcazioni
Inoltre promessi : “ …. di cui prendiamo atto della disponibilità e richiediamo poter avere in concessione una porzione della superficie …” Area Ex Albergo mq. 300 scoperto n. 1 gru in comune con altri operatori; Area Casermette mq. 1.700 scoperto
” Se da una parte si parla di mitilicoltura come attività di eccellenza, e ad ogni manifestazione si decanta la storia di un prodotto unico come il muscolo spezzino , si fanno servizi fotografici, si promettono aiuti, sostegno e valorizzazione – conclude la nota – la realtà è ben diversa: alla nostra categoria ad inizio maggio è stata consegnata l’ingiunzione di sgombero della concessione . Noi la impugneremo e inizieremo una forte forma di protesta, e questa è una promessa che non sarà disattesa.
A chi vuole la mitilicoltura fuori da questo golfo, facciamo presente che noi eravamo qui prima di loro, che i muscolai hanno superato due guerre mondiali, epidemie di tifo e il presunto colera di Napoli, e sono qui non solo per resistere alle prepotenze, ma per crescere.Ma ve la immaginate Spezia senza i muscoli?”

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