5 Set 2013

A che gioco giochiamo? Libera contesta l’industria dell’azzardo

Dopo mesi di battaglie e tentativi di coinvolgimento delle forze politiche per ridurre il danno  provocato dal proliferare di aperture di sale da gioco, Libera Genova, con tutta la sua rete locale composta dalle più importanti associazioni e sindacati, è valido  testimone di un impegno rigoroso contro il gioco d’azzardo.

Libera Genova reputa disarmante la scelta di questo Governo che decide di condonare una cifra pari al 75 per cento del dovuto all’erario all’industria dell’azzardo.

Si passa da un danno all’erario di 98 miliardi di euro quantificato dalla Corte dei Conti ad una sentenza che riduce il contenzioso a 2.5 miliardi per gravi irregolarità commesse nel tempo nella gestione delle slot machine: tutto si riduce in un condono all’industria dell’azzardo per dare copertura all’operazione IMU.

Senza esprimere un giudizio rispetto alle decisioni del Governo per il superamento della tassa sulla prima casa vorremmo ricordare ai politici  che sono stati eletti in Parlamento e a quelli che occupano incarichi di governo che ancora una volta si fanno scelte che pagheranno le persone più deboli di questo paese.

Un’ampia documentazione su internet relativa all’argomento “Azzardopoli” evidenzia gli interessi tra politica e industria del gioco d’azzardo, la storia della trasformazione da gioco di azzardo a gioco legale, il danno economico e sociale che investe le persone coinvolte in questa spirale, la  crescita della spesa sanitaria legata alle malattia azzardo correlate.

Se questi nostri delegati volessero davvero  informarsi si renderebbero  conto della catastrofe a cui stiamo andando incontro e dell’obbligo morale di un’inversione di rotta.

Infatti, invece di chiudere le sale da gioco ed impedire che altre attività commerciali si trasformino in sale con presenza di slot machine si procede in  senso inverso legalizzando e agevolando.

Noi che lavoriamo per la tutela del diritto e contro qualsiasi forma di illegalità crediamo che la cultura del lavoro come unica fonte di vera ricchezza sia la forma migliore per combattere la crescita di questa industria. Fondamentale, però, è trovare risorse per gli investimenti per il lavoro! La riduzione dello stato sociale è drammatica e ci troviamo a discutere se è giusto o no comprare gli F35.

Si è “riusciti” a divagare a tal punto da portare a tempi interminabili la giusta risposta alla moralizzazione della politica e al voto di scambio e la riforma della legge elettorale è diventata una favola.   Questo non significa che ci arrendiamo, anzi dobbiamo organizzare forme di protesta per  una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica e nel contempo facciamo appello  alle   persone di buon senso   che siedono  in parlamento  affinché su queste problematiche si presti maggiore attenzione.

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