13 Mag 2015

COTAGE, Uber e la sharing economy. Intervento di Domenico Canepa

Leggo l’intervento del Prof. Cuocolo sul SecoloXIX a proposito di sharing economy. Mi riferisco ad UberPOP ed al servizio taxi della città di Genova, perché è il settore che mi compete.

L’affermazione del Prof. Cuocolo che Uber metta in contatto privato con privato a mio parere è errata. Uber è una società che tramite una applicazione tecnologica si è posta sul mercato pubblicizzandosi e raccogliendo tramite internet un numero di persone disposte a svolgere senza un limite di orario un lavoro da tassisti, dopo aver fatto loro firmare un contratto in cui gli autisti (i “driver” nel loro linguaggio) certificano di avere i titolo e la licenza per svolgere tale attività.

In sintesi il cliente invia tramite l’applicazione i propri dati alla società Uber indicando sia la propria posizione che la destinazione e mette a disposizione della società gli estremi della propria carta di credito, Uber provvede ad inviare il “driver” fornendo al cliente il nominativo dello stesso e l’identificazione della vettura. Al termine della corsa l’importo verrà detratto dalla carta di credito del cliente.

Il denaro viene prelevato dalla casa madre della società, la quale provvede settimanalmente a versare sul conto corrente del “driver” l’ottanta per cento dell’importo addebitato al cliente.

Detto ciò, sempre a mio parere, considero la società Uber Italia una società di intermediazione del lavoro che lo procura e lo distribuisce ai suoi addetti. A conferma di ciò presentai a dicembre 2014 un esposto a nome della mia cooperativa alla Procura della Repubblica e alla Camera del Lavoro di Genova.

 Altra cosa è la realtà di Bla Bla Car e similari dove i percorsi sono condivisi da due o più persone che dividono la spesa, anche quotidianamente.

La legge Regionale (definita dal professore pasticciata ed antiuber) è stata approvata dalla quasi totalità dei consiglieri regionali, con pochi voti contrari e l’art. 16 comma 1 bis in questione si riferisce alla legge quadro nazionale n. 21 del 15/01/1992.

Per il settore taxi, comprendente circa 45.000 tassisti italiani si aprirebbe una nuova era, se e quando a seguito di consigli espressi da alcuni giornali, da illuminati opinionisti, ed altrettanti giudici di pace, al Ministero decidessero le modifiche da apportare alla suddetta legge e se esse dessero il via libera alla entrata ufficiale di Uber in campo, non avremmo esitazioni a depositare le licenza presso le municipalità di appartenenza modificando autonomamente le tariffe senza più concordarle con le giunte comunali.

In questo caso applicheremmo effettivamente la sharing economy sicuramente soddisfacendo i nostri clienti sia per il corrispettivo economico che per la professionalità sul campo.

 Domenico Canepa

Presidente – Cooperativa Tassisti Genovesi s.r.l.

 

 

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